L'opera esprime sarcasmo verso il Nobel per la pace conferito all'Unione Europea di recente, ed è al contempo una denuncia della doppiezza delle sue istituzioni: dato che molte delle dinamiche da essa messe in atto stanno contribuendo a creare nuove forme di attrito tra popoli del nord e popoli del sud del continente.
Quest'ultimi, ridotti a potenziali colonizzati del terzo millennio subiscono in primis le conseguenze della corruzione e della mala gestione delle proprie istituzioni locali, ma diventano anche probabile oggetto di interessi più alti. L'opera mira appositamente a trasmettere angoscia, e al contempo la percezione che un domani l'uscita dall'eurozona di taluni Paesi potrebbe essere bloccata militarmente.
Quest'istallazione non mira ad essere un 'plastico', almeno nella accezione tradizionale; per questo i rimandi all'artificialità sono costanti, a partire dalla colorazione della base. L'uso del colore nell'opera non ha per forza un corrispettivo nella realtà, il progetto AlfaOmega parte dal presupposto che imitare la natura non è necessario, e che essa possa essere stravolta e mutata dall'esterno. Difatti è quasi assente del tutto ogni tentativo di poter riprodurre gli oggetti in maniera realistica. Se è possibile alterare geneticamente il colore di un frutto è anche immaginabile un prato viola. L'opera esprime piuttosto sensazioni immediate e rimandi simbolici. Nessun oggetto è posto a caso, ma ognuno di essi è da inserire nel contesto di Luna Park Europa.
Anche il luogo è astratto, esso rappresenta ogni potenziale periferia dell'Europa. Dove e quando si rincorrono in rimandi e connessioni sempre possibili.